mercoledì 18 novembre 2015

Come Leggere un INCI - Parte 1

Ciao a Tutti,
poco tempo fa ho cominciato a parlarvi della normativa INCI, e della regolamentazione della lista degli ingredienti.
Ora però voglio darvi informazioni il più possibile pratiche, ma anche generalizzabili, e quindi partirò a parlarvi volta per volta di diverse categorie di prodotti; così che possa dare informazioni quanto più “indirizzate”.
Come prevedevo di fare, comincerò a parlarvi più specificatamente di ingredienti, e in particolare comincerò a parlarvi di prodotti detergenti.
Per informazioni su uno specifico prodotto ci sono altri siti che riportano database ben più esaurienti, come il biodizionario, come i thread di saicosatispalmi e del forum di lola ecc...quindi il mio obiettivo è più che altro quello di rendervi il più possibile “indipendenti” nell'analisi della lista degli ingredienti

Comincio ora col parlarvi del Sapone:

Gli inci di sapone sono piuttosto semplici da comprendere. Quelli industriali riportano i nomi dei sali sodici dei grassi da cui vengono ottenuti: Sodium Palmate (= sapone ottenuto da Olio di Palma), Sodium Olivate (= sapone ottenuto da Olio di Oliva), Aqua (Acqua), ed eventuali aggiunte, tra le più comuni abbiamo il Sale da Cucina (Sodium Chloride), Glicerina (Glycerin), estratti vegetali (riconoscibili dal nome latino della pianta) e coloranti (contrassegnati da numeri, ad eccezione del Titanio Biossido, di solito indicato con il suo nome INCI: Titanium Dioxide).
Possono essere ulteriori aggiunte i chelanti (i più comunemente usati finiscono con EDTA ed Etidronate), oli (indicati con il nome latino della pianta di origine) usati come surgrassanti, ed eventualmente tensioattivi, per cui vi rimando ai detergenti.
Per quanto riguarda invece i saponi artigianali, sono riconoscibili per l'inserimento diretto di oli (sempre riconoscibili dal nome latino della pianta) e base forte: Sodium Hydroxide per i saponi solidi, Potassium Hydroxide per i saponi liquidi, o come piccola aggiunta nei saponi solidi.
In questo caso solitamente non viene indicata l'aggiunta di Glicerina, ma solo di Acqua. Sono poi possibili le diverse aggiunte di cui ho parlato per i saponi industriali.
Se nell'INCI di un sapone solido non vedete questo tipo di ingredienti, vuol dire che avrete a che fare con un Syndet, quindi con un detergente, anche se solido, quindi valgono le indicazioni che darò ora su come interpretare gli inci di detergenti sintetici.
Per eventuali approfondimenti sul sapone e sulla saponificazione vi rimando direttamente ai seguenti articoli:



Ora invece parlo più specificatamente dei Detergenti, ovvero prodotti solidi o liquidi che contengono tensioattivi.

I detergenti possono suddividersi principalmente in due tipi:
detergenti classici, a base di tensioattivi, e detergenti per affinità. Dato che la maggior parte dei detergenti in commercio appartiene alla prima categoria, parlerò principalmente di quelli.
Mentre per quanto riguarda il latte detergente o le creme struccanti, la loro struttura formulativa è più simile a quella di una crema, quindi ne parlerò in futuro, in quella categoria.

Ho già parlato diverse volte dei tensioattivi, soprattutto di un elenco dei più comuni, in generale sono quasi sempre presenti dopo l'acqua, o eventualmente dopo Glicerina o altri umettanti o distillati di piante.


I più comuni sono i solfati, come SLS (Sodium Lauryl Sulfate) e SLES (Sodium Laureth Sulfate), cambia la molecola di base, ma abbiamo sempre “Sulfate” alla fine, come comun denominatore, potete trovarli a base di Magnesio (Magnesium), a base di Ammonio (Ammonium) e Zinco (Zinc). Cambia di poco la loro aggressività, sicuramente ha più senso valutare la formula nell'insieme, che non il sale detergente in sé.
Di solito sono sempre usati insieme alle betaine, anfotere, (riconoscibilissime per la parola stessa alla fine del nome della molecola, la più comune è la Cocamidopropyl Betaine, a pallino giallo solo perché in parte derivata dal petrolio), da non confondere con la sola parola inci “Betaine”, che indicata da sola indica la Trimetilglicina, una molecola non tensioattiva, che però protegge un pochino dall'aggressività dei tensioattivi.
Alternativa di anfoteri sono gli anfoacetati, riconocibili per il suffisso nel nome della molecola (es. Cocoamphoacetate).
Poi abbiamo glucosidi, i poliglucosidi, i glutamati e i sarcosinati, tutti a pallino verde. Sono usati principalmente nei detergenti green, più raramente nei prodotti di marche “normali”.
In generale, l'ho già detto e lo ribadisco, è difficile prevedere la capacità lavante di un qualsiasi detergente solo leggendo la lista degli ingredienti, ma gli indizi possono essere la presenza sia di tensioattivi anionici, che anfoteri, oltre alla presenza di qualcuno di questi ingredienti migliorativi: surgrassanti/perlanti, sia “sintetici”, che naturali (oli vegetali, ma anche ingredienti quale Lactis Lipida), proteine (anche se lavorate per diventare un tensioattivo, ma che rimane comunque delicato), zuccheri (Glucose, Fructose, Miele, indicato come Mel), e umettanti (Glicerina, Sorbitolo, e minerali seguiti dalla sigla PCA, Sodio Lattato).

Gli unici detergenti per affinità che ho visto in commercio sono alcuni oli lavanti di marche piuttosto note, e appunto per questo sono piene zeppe di petrolati.
Però la struttura è la stessa: olio (in questo caso viene usata la paraffina insieme a qualche estere/etere) e tensioattivi (in molti casi sempre di origine petrolifera), al posto che acqua e tensioattivi, l'inci si riconosce dall'assenza di acqua, o alla sua presenza solamente in fondo alla lista ingredienti.

In realtà molti detergenti “classici” commerciali vantano la presenza di oli, ma sono trasparenti. In questo caso è sicuro, l'olio, anche se presente in inci, è in quantità talmente irrisorie da essere inutile.
Tendenzialmente, tra i prodotti commerciali di larga distribuzione, i detergenti opachi (cremosi), potrebbero essere davvero più delicati di quelli trasparenti, soprattutto se si parla di formulazione “standard” (SLES+betaina), perché possono davvero esserci discrete quantità di surgrassanti.
Le uniche molecole che io davvero vi sconsiglio, a prescindere dal punto in cui vengono inseriti, e dalla formula, sono i PEG/PPG, ottenuti a partire da frazioni petrolifere. Se lo SLES e i suoi analoghi contengono solo una mole di etilene per ogni mole di sale solfato, loro ne contengono di più: per ogni mole della sostanza di partenza (es. Olio di Ricino), ne contengono tante di etilene quante indicate dal numero (ad esempio: PEG-40 Hydrogenated Castor Oil, ovvero un solubilizzante ottenuto a partire da Olio di Ricino Idrogenato, ne contiene 40).
In generale se ci sono solo PEG a basso numero (sotto i 10), e solo verso la fine dell'inci (vicino a conservanti e gelificanti), posso chiudere un occhio, ma se il prodotto ha ottimi tensioattivi, altrimenti no.
Comunque potete certamente vedere cosa penso di molte liste ingredienti guardando diversi miei articoli.

Cosa molto importante, in tutte queste categorie di prodotti, la maggior parte degli estratti vegetali in inci è quasi irrilevante, quindi vi consiglio di fare una scelta senza considerarli cruciali. Inoltre, ogni attivo ad esclusione di quelli puramente umettanti e ad azione “addolcente” che vi ho descritto, verrà lavato via, quindi non svolgerà nessun ruolo come avviene nelle creme e nei prodotti Leave-In. Vi avevo parlato già qualche tempo fa dei prodotti Rinse-Off “antiage”, e di quanto sia assurdo aspettarsi un'azione simile da un prodotto lavato via.
Le uniche eccezioni possono essere le acque e gli estratti contenenti mucillagini: ad esempio Malva e Aloe, che possono ad esempio essere utili come blandi condizionanti per capelli o addolcenti per i prodotti viso/corpo.

Per oggi mi fermo qui, riprenderò a breve parlandovi di come leggere gli INCI di altre categorie di prodotti.

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Promiseland.it, Biodizionario.it, Nononsensecosmethic.org, My-personaltrainer.it e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

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