domenica 27 dicembre 2015

Olio di Colza nei cibi e nei cosmetici, pro e contro

Ciao a Tutti,
quest'oggi voglio parlare di un ingrediente in particolare, per la sua storia, si tratta infatti di un olio in uso fin dal 1200, anche se non in ambito cosmetico e alimentare, è sempre stato diffuso principalmente nel Nord Europa e Nel Nord America, mentre nell'Europa mediterranea è sempre stato di minor uso, grazie alla diffusione dell'Olio di Oliva.
Vi parlo infatti dell'Olio di Colza, che in quel periodo era in uso principalmente come olio combustibile, sia per le famose lampade ad olio, successivamente è stato usato come combustibile per i primi motori Diesel, che in realtà furono originariamente pensati per usare Bio-diesel ottenuto da Olio di Colza trattato.
È solo durante la seconda metà del XIX secolo che viene inserito per il consumo alimentare e cosmetico.
In particolare, si tratta di un olio estratto da Brassica Rapus/Brassica Napus Oleifera (in dibattito ancora se inserire anche Brassica Campestris o comunemente detto Ravizzone, nella stessa categoria, dato che, da sempre, le due specie sono state confuse, e sia commercializzazione e consumo non hanno mai distinto tra le due, con il conseguente incrocio fra specie), che in natura non è mai stato adatto al consumo alimentare umano.


È stato a partire da metà del secolo scorso che è stato introdotto nell'alimentazione umana, e si sono verificati gli effetti tossici.
Infatti si tratta di un olio a composizione principalmente satura, ma in particolare, la composizione originale degli acidi grassi prevede la presenza di Acido Erucico tra il 30% e il 60%.
l'Acido Erucico è un acido grasso monoinsaturo, ma risulta tossico per l'alimentazione umana (per legge la sua quantità massima è di 50g/kg negli alimenti che lo contengono, e 10g/kg negli alimenti dedicati alla prima infanzia), dando come possibili conseguenze lipidosi del miocardio e lesioni cardiache. Il rischio specifico connesso alla presenza di Acido Erucico è considerato molto superiore a quello collegato alla alimentazione ricca di altri acidi grassi monoinsaturi e anche saturi.

Proprio per questo effetto tossico, sono state sviluppate mutazioni allo scopo di produrre olio adatto sia al consumo umano, sia industriale.
Mentre per l'industria del Bio-diesel si è passati facilmente all'Olio di Jatropha (Jatropha Curcas), che cresce facilmente nel deserto, senza rubare aree coltivabili, per l'industria alimentare sono state realizzate tantissime varianti di piante, in grado di produrre oli con distribuzioni di acidi grassi molto diverse.
La prima variante è stata “battezzata” Canadian Brassica, e da qui Canola, unendo le parole “Canada” e “Oil”.

Il Canola Oil è una variante di Olio di Colza a bassissimo contenuto di Acido Erucico, inferiore al 2%, e con anche meno glucosinolati, sostanze che rendevano i derivati di Colza amari, e quindi inutilizzabili senza una manipolazione.
Lo sviluppo di questa varietà, ancora con tecniche tradizionali di incroci, stress ambientale e selezioni, ha permesso che quest'olio venisse usato anche in campo alimentare, senza nessuna necessità di raffinazione.
Anzi, ha reso la varietà mutante di Colza ricca di grassi polinsaturi, e quindi potenzialmente benefico per la salute, rispetto ad altri oli vegetali a maggior percentuale di acidi grassi saturi.
La Colza ha quindi dimostrato di avere grandi potenzialità in ambito produttivo, infatti si è dimostrata come una fra le piante più facilmente adattabili alle richieste della produzione.

A seguito della varietà Canola, quella che ha stabilito il primo standard di alto livello, sono state elaborate diverse varietà, molte anche grazie a tecniche biotecnologiche, tra queste anche la varietà Stellar, la prima che oltre ad una bassa percentuale di Acido Erucico, mostra anche un basso tenore di acidi grassi polinsaturi, così da realizzare un olio più resistente all'irrancidimento, e adatto alle fritture.
Dato che l'Olio di Colza risulta un olio piuttosto redditizio, e anche un olio cosmetico assolutamente valido, è probabile che risulti come ottimo sostituto di altri oli cosmetici contenenti grandi percentuali di acidi grassi a catena lunga, come Abissinica (Crambe Abyssinica Seed Oil) e Limnanthes Alba (Limnanthes Alba Seed Oil).
Inoltre, le stesse varietà che sono state selezionate per le fritture (ad alta percentuale di Acido Oleico), risultano essere un'ottima alternativa all'Olio di Oliva, olio dalle ottime proprietà, ma con l'inconveniente dell'odore e del colore caratteristici.
In ambito cosmetico, l'Olio di Colza non è presente solo in forma pura, ma trattandosi di un olio abbastanza economico, viene usato come fonte primaria per la realizzazione di diverse materie prime, tra cui tensioattivi e 

La frazione insaponificabile dell'Olio di Colza/Canola non ha nulla da invidiare a quella di molti altri oli vegetali, ed è ricca di Tocoferoli, Fitosteroli e Clorofilla.
In ambito cosmetico infatti, è ormai in uso come ingrediente aggiunto il Brassica Campestris Sterols, una frazione insaponificabile.

Per quanto riguarda l'alimentazione umana, è vero che negli ultimi anni l'Olio di Colza sta guadagnando un certo mercato, soprattutto a seguito della politica contro l'Olio di Palma, però purtroppo non c'è modo di verificare la variante di Olio di Colza usata, quindi l'indicazione in etichetta può essere tutto o nulla.
In generale sono dell'idea che non si debba fare nessun tipo di allarmismo, se non si abbonda di prodotti ricchi in olio (di qualsiasi olio/grasso si tratti), è probabile che non ci siano conseguenze, dato che sicuramente è una frazione oleosa da noi ancora poco usata.
Si trova ogni tanto in qualche produzione di margarine o prodotti industriali, ma non è di larga diffusione quanto l'Olio di Palma.

Anche per oggi è tutto!
Alla prossima!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Biodizionario.it, e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

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