lunedì 28 marzo 2016

Il Solare Ecobio esiste?

Ciao a Tutti,
torno a parlarvi dell'argomento solari, dopo avervi parlato delle tipologie di Filtro Solare, del fattore SPF e infine anche dei parametri importanti per scegliere al meglio il prodotto solare.
Ora invece voglio concentrarmi su un altro aspetto, ovvero parlandovi specificatamente dell'aspetto ecologico della scelta.

Inizio subito dicendo che non esiste il Cosmetico Solare completamente Ecologico, in parte per il semplice inquinamento dovuto per la produzione e il Packaging, in parte per l'accumulo nell'ambiente del prodotto in sé.
Ma iniziamo con il capire, cos'è un cosmetico ecobio? Ne parlo ormai da alcuni anni, ma non esiste una vera e propria normativa, almeno qui in Italia.
Per definizione dovrebbe trattarsi di un cosmetico biologico (per cui esistono chiare normative in materia) ed ecologico, dove però esistono delle normative che valutano aspetti molto diversi tra loro. Un cosmetico quindi potrebbe essere ecologico per la sua formulazione, ma non per il suo smaltimento, o viceversa ecologico per lo smaltimento del prodotto (nelle falde acquifere insomma), ma non per il packaging ecc...
Vi ho dato un assaggio dell'argomento riguardante le certificazioni alcuni mesi fa, da cui si capisce come la questione sia complessa.

Per semplificare le cose, spesso parlo di prodotto “green”, perché effettivamente a livello normativo, ecobio non vuol dire nulla.
Se si parla di ingredienti biologici (ovvero proveniente da agricoltura biologica) si può stare relativamente sicuri, affidandosi a cosmetici certificati, ma per il resto delle variabili?
Soprattutto un prodotto solare, non può contenere solo e soltanto derivati vegetali non manipolati, non filtrerebbe a sufficienza.

Si pensa che il cosmetico ecobio, con solo Titanio Biossido come filtro solare sia meno inquinante degli altri, ma non è esattamente così. Si tratta pur sempre di un accumulo di metallo ittiotossico nel mare e nelle falde acquifere, quindi si parla sempre “del meno peggio”, non di un prodotto a impatto zero.
Inoltre molti filtri solari a base di Titanio Biossido (raramente anche Ossido di Zinco, che però ricordiamolo, non è un filtro solare riconosciuto, ma ne è permesso l'inserimento in un cosmetico fino al 25% in Europa, dove i filtri solari non sono considerati parafarmaci come in USA, ma cosmetici), contengono altre sostanze, che vanno a “incapsulare” le particelle del filtro, così da realizzare un cosmetico migliore: viene infatti aumentato il potere SPF grazie alla rifrazione dei raggi solari a contatto con l'involucro e successivamente al metallo filtrante (effetto booster), e allo stesso tempo si aumenta la sostantività del prodotto sulla pelle, ovvero il filtro ricoperto riesce a permanere più a lungo sulla pelle e si evita il più possibile il contatto fra pelle e ossido/biossido.
Chiaramente la performance del filtro dipende anche dal materiale scelto per il rivestimento, ce ne sono diversi, anche quello siliconico (riconoscibile dall'ingrediente Trimethoxycaprylylsilane in inci), ma più spesso Alumina, a base di alluminio.
Nonostante un solare di questo tipo possa risultare WP (Water Proof) o VWP (Very Water Proof), usare questo tipo di solari non è più ecosostenibile rispetto all'usare una protezione solare a base di filtri solari organici, a pallino rosso.
Ricoprire gli ossidi metallici e renderli il più possibile resistenti all'acqua comunque non basta, insomma, il cosmetico solare è un cosmetico che inquina, a prescindere, quindi meglio fare la scelta migliore per la nostra pelle, questo permetterà a noi meno danni solari, e di conseguenza un minore acquisto di prodotti “sbagliati” che andranno sprecati e buttati.
I filtri inorganici, metallici, in sostanza non sono ecocompatibili, e l'uso esclusivo di questo tipo di filtri, non può essere considerato tale, anche se potrebbe considerarsi “il meno peggio” entro certi limiti.

Se quindi escludiamo l'uso dei filtri solari inorganici, su cosa possiamo ripiegare?

Esistono numerose sostanze vegetali in grado di assorbire raggi UVA e UVB, molti dei filtri solari organici (volgarmente detti “chimici”) sono derivati da estratti vegetali:
ad esempio: Ethyl Methoxycinnamate e Ethylexyl Methoxycinnamate entrambi Cinnamati, derivati da piante come Cannella (Cinnamon in inglese, Cinnamomum Verum in latino), Ethylhexyl Salycilate e Glycol Salicylate, entrambi Salicilati, derivati dal Salice (Salix Alba in latino).
Chiaramente vengono sintetizzati in laboratorio, allo stato attuale, ma si tratta di sostanze che comunque trovano ispirazione da meccanismi osservati in natura e che non sono altro che piccole manipolazioni di sostanze presenti nelle piante, un po' come si realizzano le molecole tensioattive a partire dagli oli vegetali.
L'unica sostanziale differenza sta nella fotostabilità, le molecole filtranti infatti, subiscono differenti mutazioni, dovute non solo all'esposizione solare, ma anche alla stessa compresenza di più filtri, e di più sostanze non filtranti.

Altre sostanze filtranti invece si possono ritrovare in natura, purtroppo da sole non garantiscono una sufficiente copertura dai raggi solari da poter essere usate in assenza di veri e propri filtri solari riconosciuti.
I formulatori ecobio puntano molto su questo, in particolare, è già da anni che Fitocose (ma sicuramente anche altri produttori ecobio lo fanno) inserisce il Gamma Orizanolo (Oryzanol) nei solari, data la sua azione filtrante, anche se limitata ad alcune lunghezze d'onda, inoltre questa stessa molecola agisce anche da antiossidante, sempre utile in un cosmetico fatto per proteggere dal sole.
La “novità” sta invece nell'Olio di Karanjia o Pongamia (Pongamia Glabra Seed Oil), e nella sua capacità di filtrare i raggi UVA, grazie al contenuto di Pongamol, una molecola che spesso viene anche aggiunta pura al cosmetico, per aumentare ulteriormente la capacità filtrante.
La Karanjia (nome della pianta in Hindi) o Pongamia è una pianta nativa dell'Asia temperata, nota anche con il nome scientifico di Millettia Pinnata o Pongamia Pinnata.
L'olio della suddetta pianta è tossico per l'alimentazione umana, per le concentrazioni di Karanjina e Pongamol, ma a livello cosmetico, se usato nelle giuste percentuali, non risulta pericoloso, non più di qualsiasi altra materia prima cosmetica, anche molti altri estratti vegetali sono tossici oltre una certa quantità, basti pensare alla Cicuta, alla Digitale o a molti altri veleni estratti da piante, ma alcuni di questi nelle giuste dosi possono essere dei farmaci (ad es. la stessa Digitale).
Non voglio prendere una posizione netta sull'ingrediente in sé proprio perché non mi considero un'esperta del settore, e dato che l'efficacia è dibattuta persino dagli stessi esperti...traetene voi le conclusione, vi rimando direttamente a questo dibattito “fra esperti”:


In sostanza la valutazione del rapporto fra rischio e beneficio di ogni filtro solare è una procedura molto complessa, e deve tenere conto di tantissime variabili, non ultima la formulazione stessa del prodotto, che può agire sulla sostantività del prodotto, e quindi la permanenza del filtro sulla pelle, piuttosto che del suo assorbimento.
In questo senso sono proprio gli esperti del campo che fanno le valutazioni sulla sicurezza del cosmetico, e visto l'argomento estremamente complesso, rispetto alla lettura INCI di una normale crema idratante o detergente, lascerei a loro questo compito, fidandomi di quello che è presente sul mercato, sicuramente c'è lì più competenza del campo (infatti non mi fabbricherei mai un cosmetico solare in casa).
Inoltre, il lavoro di formulazione non finisce qui: tossicità, definizione del PAO, resistenza del prodotto ecc...
Nel caso dei prodotti solari, un altro fattore che rende molto importante una formulazione di alto livello, è la realizzazione di prodotti che proteggono dai raggi solari in modo ancora più articolato del semplice binomio: “riflessione/assorbimento” di cui vi ho parlato.
Oltre ai semplici filtri, e alla loro interazione fra loro, si può parlare di prodotti che combinano entrambe le cose e che sfruttano diverse proprietà chimiche e ottiche, creando un prodotto in grado di filtrare più di quello che si può pensare.
Ma sono accorgimenti non semplici, per cui rimando l'approfondimento ad un'occasione successiva. 

Anche per oggi ho concluso!
Alla prossima!

Rasmus

Si ringraziano il Forum di Lola, il Forum di Sai Cosa Ti Spalmi, Biodizionario.it, Promiseland.it, Nononsensecosmethic.org, e la fondazione Wikipedia inesauribili fonti di informazioni e di ispirazione

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